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Le isole di Procida e Vivara
sono situate all'estremità nord-occidentale del Golfo di Napoli,
nel braccio di mare compreso tra l'Isola
d'Ischia ed il Monte di Procida (
Campi Flegrei
). Esse costituiscono un campo vulcanico caratterizzato dalla
presenza di almeno sette diversi centri eruttivi monogenici, che
hanno dato essenzialmente
eruzioni
esplosive di tipo
freatomagmatico.Assieme
all'isola d'Ischia ed alla caldera Flegrea, le isole di Procida
e Vivara appartengono al Distretto Vulcanico Flegreo, compreso
nella Provincia Comagmatica Romana, che deve la sua origine alle
fasi tettoniche distensive che hanno caratterizzato l'evoluzione
del margine tirrenico della catena Appenninica tra il Pliocene
ed il Quaternario. |
Procida e
Vivara - BIBLIOGRAFIA |
Isola di
Vivara
Vivara un tempo era collegata a Procida da una lingua di terra.
Oggi è possibile raggiungerla attraverso un ponte che la collega
alla vicina Marina di Chiaiolella. E’ un’isoletta completamente
disabitata di circa 60 ettari, ricca di storia e di
numerosissime varietà botaniche. Dal XVII al XV sec. è stata
un’importante riferimento per le rotte dei naviganti e sede di
un insediamento miceneo. Attualmente sono in corso
interessanti scavi archeologici sulla terra e sotto il mare.Per
quest’angolo di paradiso, si prospetta a breve la consacrazione
a “riserva naturale statale”. La legge quadro sulle aree
protette così recita: le isole di Ischia, Procida e Vivara sono
area protetta integrata, denominata “Regno di Nettuno”. |
Tali fasi hanno generato faglie orientate in
direzione NE-SW e NW-SE, che hanno determinato la formazione del
graben della Piana Campana, a sua volta smembrato in una serie
di strutture minori da horst e graben (BARTOLE, 1984; BARTOLE et
al., 1984; D'ARGENIO et al., 1973, FINETTI e MORELLI, 1974;
IPPOLITO et al., 1973; ORTOLANI
e
PAGLIUCA, 1987). In particolare, le isole di Procida e Vivara,
Ischia e la caldera Flegrea sono allineate lungo una di tali
strutture minori, un alto strutturale orientato in direzione
NE-SW. Le isole di Procida e Vivara sorgono sulla piattaforma
continentale e si sviluppano su un basso fondale a partire dalla
profondità di circa 20 m. L'isola di Procida è caratterizzata
da una parte centrale morfologicamente pianeggiante, che
raggiunge un'altezza massima sul livello del mare di 91 m. in
corrispondenza di Terra Murata, all'estremità sud-orientale
dell'isola. L'isola di Vivara è costituita dai resti di un tuff
ring e raggiunge un'altezza massima sul livello del mare di 109
m. Storia geologica |
L'attività vulcanica nell'area
di Procida e Vivara è cominciata circa 50 ka b.p., e si è
protratta sino a circa 19 ka b.p. (ROSI et al., 1988),
sovrapponendosi in parte all'attività di Ischia e della caldera
Flegrea, i cui prodotti si ritrovano intercalati a quelli di
Procida e Vivara nelle sezioni esposte in queste due isole. |
I prodotti vulcanici in assoluto
più antichi esposti nell'area sono rappresentati dai tufi che
costituiscono il tuff ring di Vivara. Quest'ultimo, la cui
porzione orientale è rappresentata dal promontorio di Santa
Margherita Vecchia, ha un andamento grosso modo circolare ed è
completamente distrutto nel quadrante di sud-est, a causa di
fenomeni franosi occorsi durante la stessa eruzione che ne ha
determinato la formazione (ROSI et al., 1991).
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Successivamente l'attività
eruttiva migrò verso NE, nell'area attualmente occupata
dall'isola di Procida, e si ebbe la formazione del vulcano di
Punta Serra (DI GIROLAMO et al., 1984) costituito dai prodotti
di esplosioni
freatomagmatiche, che determinarono la messa in posto di
depositi da surge
piroclastico, e magmatiche, che determinarono la messa in
posto di scorie e brecce (DI GIROLAMO e STANZIONE, 1973). Le
ultime fasi della formazione del vulcano di Punta Serra ebbero
carattere effusivo e determinarono la messa in posto della
cupola lavica di Punta Ottimo (DI GIROLAMO e STANZIONE, 1973; DI
GIROLAMO et al., 1984). |
Al di sopra della cupola lavica
di Punta Ottimo, in località Pozzo Vecchio, si rinvengono i
prodotti del vulcano di Fiumicello, costituiti da
depositi da caduta
e surge
piroclastico, il cui centro era ubicato nel settore
nord-orientale dell'isola. |
Nel settore sud-orientale,
invece, poco a largo della costa, presso Terra Murata, si ebbe
la formazione del vulcano di Terra Murata. Quest'ultimo, un tuff
ring o un tuff cone, è il prodotto di una
eruzione
esplosiva di tipo essenzialmente
freatomagmatico
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Sia i prodotti del vulcano di
Fiumicello che quelli del vulcano di Terra Murata sono ricoperti
dal deposito della Breccia Museo nella zona compresa tra Capo
Scotto di Carlo e Punta della Lingua. |
Questo deposito è correlato con
quelli che si osservano presso Monte di Procida e che vengono
comunemente interpretati come facies prossimali dell'Ignimbrite
Campana (ROSI et al., 1996; CIVETTA et al., 1996).
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L'ultima manifestazione eruttiva
dell'isola di Procida è rappresentata dall'eruzione
esplosiva di Solchiaro, i cui prodotti, costituiti da
flussi e
surges piroclastici
con intercalati
depositi da caduta, ricoprono tutta l'isola, mantellano
l'isola di Vivara, e si rinvengono lungo la costa flegrea presso
il Monte di Procida. Il centro eruttivo era localizzato in
corrispondenza della Baia di Solchiaro, nel settore
sud-occidentale dell'isola. |
Al largo della costa
nord-occidentale dell'isola di Vivara, presso la Secca delle
Formiche, è presente un centro eruttivo sommerso cui si deve la
formazioni dei depositi piroclastici che si rinvengono
sull'isola di Vivara, al di sopra dell'omonimo tuff ring.
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I depositi attribuiti al centro
della Secca delle Formiche sono almeno due, costituiti da
piroclastiti da
flusso e da
caduta, intercalati ad una successione complessa di
piroclastici da
caduta di probabile origine ischitana (ROSI et al., 1991).
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Tutte queste piroclastiti non si
rinvengono sull'isola di Procida, probabilmente perchì ricoperte
dai prodotti dei vulcani di quest'ultima isola. Esse dovrebbero
pertanto avere un'età compresa tra quella del tuff ring di
Vivara e quella del vulcano di Punta Serra. |
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