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Introduzione

Proseguendo verso sud lungo il litorale orientale di Procida, dopo la baia della Corricella troviamo la più ampia baia della Chiaia con le pareti tufacee a picco sul piccolo lembo di spiaggia sabbiosa che le divide dal mare. La costa in questo tratto non si prestava, per la sua conformazione, ad ospitare insediamenti abitativi sulla riva, che a tutt'oggi viene usata solo come spiaggia balneare, mentre sul ciglio delle rupi si intravedono i giardini e le terrazze panoramiche delle ville costruite all'interno dell'isola.

Chiaia           Prima spiaggia

Nella baia di Chiaia ci sono due spiaggie sabbiose, divise da un tratto di scogli. Alla prima, più piccola e più vicina alla Corricella, si accede attraverso una rampa scavata nel tufo (nella foto) a cui si arriva da una traversa della strada che dalla Corricella porta al crocevia interno dell'Olmo, così detto per la presenza di un albero secolare che ne costituiva il punto di riferimento. Da questo crocevia si poteva poi imboccare la via per le Centane o quella per Santa Margherita Vecchia alla Chiaiolella. Lungo questo asse stradale (detto "Strada Maestra") si ebbe il maggiore sviluppo urbanistico durante il '700 in seguito alla venuta dei Borboni, la cui corte scelse Procida come luogo privilegiato di riposo e divertimento durante le stagioni della caccia, passatempo reale.

Strada Maestra

Nel periodo borbonico sorsero a Procida tutta una serie di piccoli casali detti "caccette" dove il Re e la sua corte si appostavano nei diversi periodi dell'anno seguendo gli spostamenti della selvaggina. Fu quello un periodo di grande crescita demografica ed economica, che provocò una profonda trasformazione del territorio, con il definitivo diffondersi delle abitazioni in tutto il territorio isolano. Lungo la "Strada Maestra" che correva all'interno del litorale di Chiaia furono allora costruiti molti palazzi signorili. Nella foto l'inizio di Via dei Bagni che scende dalla Strada Maestra fino alla grande spiaggia di Chiaia.

 

Palazzi signorili

I palazzi settecenteschi costruiti lungo la via maestra avevano in comune delle caratteristiche tipiche. Le facciate sulla strada erano piuttosto sobrie con poche cornici in stucco e solo decorate da massicci portali in piperno, quasi a voler custodire segretamente e nascondere allo sguardo dei passanti le bellezze all'interno. Attraverso questi portali si accedeva ad un cortile interno lungo i cui lati sorgevano gli edifici e da cui partivano dei viali tra i giardini che si concludevano immancabilmente con la terrazza belvedere sulla baia di Chiaia.

  Spiaggia grande       Alcuni di questi palazzi avevano delle rampe di scale che portavano fino all'arenile, usato allora soprattutto come luogo di imbarco privato, visto che la moda dei bagni di mare si duffuse solo a fine '800. L'asperità del territorio ha impedito qui che si formassero stabilimenti balneari, per cui si ha la sensazione di trovarsi in un luogo ancora semi-selvaggio. Fare il bagno sulla grande spiaggia di Chiaia è reso ancora più piacevole dal fantastico scenario del panorama sulla Terra Murata e sulla Corricella godibile da qui.

          Contrafforti

Quei palazzi della Strada Maestra che avevano la discesa privata sulla spiaggia di Chiaia dovettero dotarsi di alti muri di tufo a funzione di contrafforte per contrastare la spinta del terreno, particolarmente franoso in tutto questo tratto di costa. Il collegamento era costituito da rampe inclinate che si inerpicavano con ripidi tornanti per superare la notevole altezza del costone. Nella foto i resti di alcuni di questi contrafforti

Pizzaco

La baia di Chiaia termina nel promontorio di Pizzaco, da cui si può godere un bellissimo panorama a nord sulla Terra murata con Capo Miseno e i Campi Flegrei sullo sfondo, a sud sulla zona selvaggia di Solchiaro. Per la sua posizione panoramica e isolata Pizzaco ha visto alcuni episodi architettonici assai significativi, tra cui la caccetta Reale e la casa nella foto, bellissimo esempio della architettura popolare dell'isola, stavolta in forma di abitazione autonoma.

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